Don Aurelio Carzago - GRUPPO DI PREGHIERA "I TABERNACOLI" Brescia

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Pensiero per il Natale           di don Aurelio  Cirelli   Carzago  23.12.2020

“Il Verbo si è fatto carne e ha posto la sua dimora in mezzo a noi” Così l’evangelista Giovanni sintetizza nel suo prologo al Vangelo il grande mistero dell’Incarnazione.
Il Signore viene ad abitare in mezzo a noi, nel suo popolo ha scelto la sua dimora.
Il grande Re Davide un giorno fu ispirato da un nobile desiderio, quello di costruire una casa per il Signore. Constatando che l’arca dell’alleanza era custodita in una semplice tenda, vuole costruire un tempio, perché il Signore potesse dimorare stabilmente in mezzo al suo popolo.
Ma il Signore non volle. Sarà il figlio Salomone che edificherà il magnifico tempio di Gerusalemme, che successivamente verrà distrutto, riedificato, ampliato, per essere nuovamente distrutto.
Gli uomini, come il Re Davide, sono sempre stati animati da questo nobile desiderio: hanno edificato splendide chiese, quali degne dimore della presenza del Signore.
Ma quale è la dimora che il Signore gradisce ? Quale è la casa che il Signore sceglie ?
A Nazareth un giorno l’angelo Gabriele si reca in casa da una ragazza di nome Maria, e le annuncia che diventerà madre del Salvatore.
“Lo Spirito Santo scenderà su di te e ti coprirà con la sua ombra”
La dimora che il Signore sceglie è il grembo della Vergine Maria. E’ lei il Tempio Santo di Dio, la nuova Arca dell’Alleanza, un Tabernacolo Vivente, che custodisce in sé la presenza dell’Altissimo.
Ecco la dimora di Dio, la sua nobile abitazione. Maria è stata in modo speciale la dimora di Dio.
Ma ci insegna con il suo esempio che anche noi possiamo diventare una dimora degna per il Signore.
E non solo lei. L’apostolo Paolo in una delle sue lettere scrive: non sapete che siete Tempio Santo di Dio ? E anche l’Apostolo Pietro ci ricorda che siamo pietre vive che formano l’edificio spirituale.
Ogni Cristiano, dal momento che ha ricevuto lo Spirito Santo nei Sacramenti del Battesimo e della Confermazione, diventa Tempo Santo del Signore, diventa una dimora privilegiata, un Tabernacolo vivente.
Il nostro cuore, la nostra vita può e deve diventare la dimora dove il Signore può ancora manifestare la sua presenza in mezzo al suo popolo.
La situazione che stiamo vivendo, con tutte le ristrettezze e limitazioni, può essere vissuta anche in senso positivo proprio valorizzando l’ambiente della casa, delle nostre abitazioni.
Sicuramente abbiamo la possibilità di curare gli ambienti, di collocare il segno natalizio per eccellenza che è il presepio, oppure anche una culla dove collocare Gesù Bambino, accendere un lume, e tutto ciò che la fantasia creativa ci suggerisce.
Possiamo vivere la dimensione della casa come luogo privilegiato per accogliere il Signore, con la preghiera personale, in coppia e in famiglia.
Come il Signore ha scelto la casa di Maria, e ha scelto Maria per farla diventare sua dimora, così anche noi possiamo valorizzare l’ambiente familiare delle nostre case, ma per farle diventare la dimora che accoglie il Signore che nasce, perché Lui vuole nascere e rinascere nella nostra vita, nel nostro cuore. Anche noi come Maria siamo chiamati ad essere Tabernacoli viventi.
Buon Natale.
don Aurelio Cirelli

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