LA LITURGIA DELLA PAROLA: UN POPOLO IN ASCOLTO - DI DON DANIEL
Continuiamo la nostra scoperta del rito della Messa entrando nella Liturgia della Parola che segue immediatamente i riti di introduzione. La Colletta porta direttamente all’ascolto delle Letture introducendone il tema fondamentale.
L’Ordinamento Generale del Messale Romano spiega così questa parte della Messa:
“Nelle letture, che vengono poi spiegate nell’omelia, Dio parla al suo popolo, gli manifesta il mistero della redenzione e della salvezza e offre un nutrimento spirituale; Cristo stesso è presente, per mezzo della sua Parola, tra i fedeli. Il popolo fa propria questa Parola divina con il silenzio e i canti, e vi aderisce con la professione di fede. Così nutrito, prega nell’orazione universale per le necessità di tutta la Chiesa e per la salvezza del mondo intero.” (OGMR, 55).
Prima di vedere i singoli riti ci fa bene richiamare due premesse. Innanzitutto nella Parola è presente Dio e si tratta di una Presenza reale. Di solito parliamo di “presenza reale” per l’Eucarestia, e giustamente, ma questo non significa che sia l’unica presenza di Dio. Quando il Popolo è radunato e la Parola di Dio è proclamata nella Liturgia è Dio stesso, lì presente, che parla. Oggi e per noi.
In secondo luogo la Parola di Dio resta Parola ispirata, ma scritta da uomini in precise epoche storiche e quindi condizionata dalla cultura del tempo e dal tipo di racconto che viene fatto. È importante conoscere le differenza tra Antico e Nuovo Testamento, tra libri storici, profetici e sapienziali, così come tra Vangelo e Lettere. La Parola va ascoltata e letta tutta insieme, senza assolutizzare nessuna parte e va ascoltata con intelligenza.
Ed eccoci a vedere i singoli riti!
IV) I SINGOLI RITI
1) SILENZIO: il primo rito menzionato è il silenzio. È fondamentale perché le Letture non sono proclamate per riempire un vuoto, ma per essere ascoltate e meditate. Il silenzio ci permette di far entrare la Parola nella testa e nel cuore.
2) LE LETTURE BIBLICHE: seguono tre Letture, di norma prese da Antico e Nuovo Testamento più il Vangelo. Sono scelte in base a schemi precisi secondo il tempo liturgico o la festa celebrata.
Per le domeniche si hanno tre cicli (Anno A, Anno B e Anno C) che variano in tutte e tre le Letture e seguono la lettura quasi corsiva di un Vangelo Sinottico.
Per le Messe feriali il Vangelo è “fisso”, mentre la prima lettura varia secondo uno schema biennale (anno pari e anno dispari). In questo modo nell’arco di tre anni viene letta fondamentalmente tutta la Scrittura. Non tutta la Bibbia integralmente ma almeno i brani principali di ogni libro e tutti i Vangeli.
Si leggono da un luogo specifico: l’ambone che ricorda che non si tratta di un’opera letteraria qualsiasi, ma la Parola di Dio.
Alle letture seguono le acclamazioni: il Popolo di Dio risponde alla sua Parola.
3) SALMO RESPONSORIALE: favorisce la preghiera e la meditazione della Parola. I Salmi sono preghiere antichissime che Israele e la Chiesa pregano da sempre, così come Gesù stesso li pregò. È opportuno che almeno il responsorio sia cantato.
4) ACCLAMAZIONE AL VANGELO: con l’Alleluia o altra acclamazione opportuna si acclama al Vangelo, culmine della Liturgia della Parola. Cristo stesso ci parla del Padre, ci apre il cuore di Dio.
5) OMELIA: parte integrante della Messa non può essere omessa in Domenica. Serve per spiegare la Scrittura o i testi della Messa. Ha la forma di “dialogo” (questo il significato del termine): non nel senso che si debba instaurare una conversazione, ma che deve essere comprensibile e accessibile a tutti.
6) PROFESSIONE DI FEDE: il Popolo risponde alla Parola proclamando la fede della Chiesa. Professa la propria fede nei misteri ascoltati e che saranno ora celebrati nell’Eucarestia. È dall’ascolto che viene la fede.
7) PREGHIERA UNIVERSALE O DEI FEDELI: il Popolo esercita il proprio sacerdozio battesimale innalzando preghiere per la Salvezza di tutti.