riflessione corpus domini - GRUPPO DI PREGHIERA "I TABERNACOLI" Brescia

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PADRE GIOVANNI BALESTRA > padre giovanni balestra archivio
FESTA DEL CORPUS DOMINI Gesù si offre come nostro cibo e bevanda

Dt 8,2-3.14-16/Sal 147/ 1Cor 10,16-17 Gv. 5,51-59

Gesù non poteva lasciarci un dono più grande di questo:il suo Corpo e
il suo Sangue per la vita del mondo. In questa presenza misteriosa,Lui
è vivo e con noi per sempre,è nutrimento necessario per la vita
eterna. "La mia carne è vero cibo e il mio sangue è vera bevanda" sono
queste le sue parole che troviamo più volte nelle pagine del Vangelo.
Quel pane e quel vino consacrato sull'altare,con le medesime parole
pronunciate da Gesù nell'ultima cena,sono certezza per noi che sono
veramente,il suo Corpo e il suo Sangue. Una presenza viva e divina,per
noi sempre difficile a capirsi e ad accettare. E' pane vero disceso
dal cielo,l'unico che possa soddisfare le esigenze e la fame
dell'uomo.E' pane capace di trasformare l'uomo in pane d'amore,di
carità,di servizio verso i fratelli nel nome di Cristo,presente in
ciascuno di noi che lo riceviamo,perchè bisognosi del Suo amore.


TRACCIA di RIFLESSIONE:

Questa festa introdotta nel 1246 nella liturgia è tesoro grande di
tutta la Chiesa. Con questa festa si vuole testimoniare la fede della
Chiesa nel mistero eucaristico, è un momento particolare per tributare
quel culto festoso e pubblico che non si può manifestare il giovedì
santo – giorno dell’istituzione – perché nel triduo pasquale, tempo di
sofferenza e passione. In questo giorno l’Eucarestia viene portata per
le nostre strade, lui è vivo e presente nel mistero, custodito nelle
chiese, ma è giusto fare un cammino per le strade, davanti alle nostre
case, dove ogni giorno siamo chiamati a vivere di lui e con lui e
ricordarci sempre della sua offerta d’amore per noi sulla croce.
L’evangelista ci ricorda chi è questo Gesù: “Io sono il pane vivo,
disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il
pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”. Carne e Sangue
significano la totalità della persona di Cristo. Dio fattosi carne, si
dona a noi come cibo, nell’offerta del suo corpo sulla croce ed è il
pane per la vita.

Nella prima lettura - Mosè ricorda al popolo che è stato sfamato dal
pane dato dal cielo:”ti ha nutrito di un cibo che tu non conoscevi”.
Dio compie i suoi prodigi per nutrire il suo popolo: la manna che
scende dal cielo e l’acqua che scaturisce dalla roccia, sono già una
figura del cibo spirituale che Cristo darà poi ai suoi discepoli.

Seconda lettura – Paolo ci ricorda che c’è un solo pane che può
salvarci: un solo pane, un solo corpo noi siamo, pur essendo molti.
L’apostolo ci ricorda ancora che spezzare l’unico pane e bere al
calice è costruire la comunione e l’unità fra i ristiano e con Cristo.

Vangelo – Adesso il pane che ci nutre, come credenti e come figli di
Dio, è la carne, quindi la persona di Cristo, il quale si è offerto
per noi. Entriamo infatti in profonda comunione con il corpo e il
sangue di Gesù. Solo così abbiamo la vita, quella vera, che non si
logora e che non è destinata a esaurirsi e a spegnersi. L’eucarestia
ci dona la vita stessa del Padre e del Figlio, Gesù. Grazie
all’eucarestia e alla vita che in essa riceviamo, a differenza degli
antichi ebrei, saremo sottratti all’esperienza della morte.
Nell’eucarestia riceviamo il germe della risurrezione e conformazione
al Signore che ha vinto la morte.

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