riflessione.....io sono mite ed umile di cuore - GRUPPO DI PREGHIERA "I TABERNACOLI" Brescia

GRUPPO PREGHIERA
"I TABERNACOLI "- Brescia -
Vai ai contenuti

Menu principale:

PADRE GIOVANNI BALESTRA
Tempo Ordinario - XIV Domenica (Matteo) - A
Io sono mite e umile di cuore

Zc 9,9-10/Sal 144/Rm 8,9.11-13/ Mt 11,25-30

La parola del Cristo è per noi una continua ammonizione, la Sua
predilezione è per i poveri e i piccoli. La povertà ci mette in uno
stato privilegiato per l'ascolto della Parola. Solamente con Lui, noi
possiamo sentire soave il giogo che ci rende disponibili a tutti. "Io
sono mite e umile di cuore". Sono espressioni nuove che ci
sorprendono. Ecco il perchè della predilezione dei piccoli e dei
poveri, solo a loro infatti è manifestato il progetto di Dio. L'umiltà
davanti a Dio, e la mitezza di comportamento, sono le condizioni che
rendono leggero e piacevole il giogo del Signore, che ci invita a
rifugiarci in Lui. Sono anche la condizione indispensabile per capire
il nuovo annuncio, solo un cuore libero può accogliere la novità che
cambia la vita.
TRACCIA di RIFLESSIONE:

1 – La scelta povera della vita di Gesù che sembra rivolta in
particolare modo agli umili e ai piccoli piuttosto che ai potenti e
sapienti, è un’ammonizione severa a questo nostro mondo del benessere
e del piacere. Essere povero significa camminare nella condizione
radicale di comportamento per ogni cristiano, che vuole mettersi in
continua relazione con il Padre, trovare rifugio nel Signore che ci
aiuta a portare il peso soave del suo giogo per essere sempre
disponibili verso tutti. E’ l’umiliazione patita dal Cristo che ha
risollevato le sorti di decadimento del mondo e dell’uomo per
ricondurlo a ritrovare una rinnovata gioia del vivere, liberati da
ogni oppressione, dalla grazia della Pasqua.

Nella prima lettura Zaccaria ci presenta una nuova gioia: “ecco a te
viene il tuo re, umile”, viene tratteggiato l’ingresso di un nuovo re,
con le caratteristiche di giustizia, di pace e pieno di fede in Dio.
Nella sua umiltà e povertà regnerà sul suo popolo portando la pace.

Nella seconda lettura Paolo ci chiede di affidarci all’opera dello
Spirito:” se con l’aiuto dello Spirito fate morire le opere del corpo,
vivrete”. E’ il Cristo risorto che ci ha portato una nuova forza per
poter sconfiggere in noi ogni debolezza della vanità del mondo, il suo
Spirito che dona la vita, ci chiama ad operare con la forza di colui
che è il vivente, il risorto da morte.

Vangelo – Ci presenta la caratteristica della vita del Cristo:”Io sono
mite e umile di cuore”. La grandezza dell’amore di Dio è rivelata in
modo particolare ai poveri in spirito e ai piccoli – perché di essi è
il regno dei cieli - , a quanti sono oppressi da ingiustizie e a
quelli resi schiavi dall’egoismo dell’uomo. Chi è superbamente
ingolfato in se stesso, nella propria bravura e nella propria illusa
giustizia, non riesce a comprendere il mistero di Gesù. Non riesce a
conoscerlo e amarlo. La rivelazione di Cristo è concessa come grazia
ai “piccoli, agli umili”, aperti alla parola di Dio. Il vangelo non è
un giogo che schiaccia, ma un sollievo per chi lo viva con sincerità e
coerenza.

2 -Le cose del mondo, successi, piaceri e ricchezze, non soddisfano le
vere esigenze dell'uomo, ma gli procurano solo amarezza, ecco perchè
Gesù ci invita ad andare da Lui. Il volto di Dio si rivela a noi con
tutta umiltà e dolcezza, nel volto del Figlio. Questo atteggiamento
d'amore da parte di Dio ad un mondo sbruffone, sembra oggi non dire
nulla di particolare, eppure è un forte richiamo a camminare secondo
l'insegnamento di Cristo, in quanto Lui è venuto a condividere la
nostra condizione umana e facendosi povero ha accettato l'umiliazione
della morte in croce per salvarci. Già Zaccaria annuncia il Messia ad
un popolo disattento, un re-umile, egli verrà non come un
conquistatore di mondi e popoli, ma conquistatore dei cuori di uomini
e si offrirà quale modello di umiltà. Il mondo intero scoprirà e vedrà
una regalità posta sul legno della croce e ne resterà stupita. Con Lui
regnerà l'umiltà e porterà la vera giustizia. Paolo ci ricorda che
mentre siamo partecipi con Adamo del peccato e della morte, ora siamo
più uniti a Cristo tramite la grazia che ci viene donata e che per noi
è vita. L'apostolo ci suggerisce ancora di lasciarci guidare dallo
Spirito, perchè lui solo è capace di portarci all'amore. Nel Vangelo
cogliamo l'atteggiamento filiale di Gesù verso il Padre attraverso
l'obbedienza totale. Ancora leggiamo nella stessa pagina che tutti
coloro che sono in difficoltà, sono i veri amici di Gesù. Solo loro
sono in gado di accogliere e capire i segreti del regno. Andiamo anche
noi a Cristo in tranquillità e troveremo grande consolazione.
Torna ai contenuti | Torna al menu