riflessioni... quanto perdonare - GRUPPO DI PREGHIERA "I TABERNACOLI" Brescia
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PADRE GIOVANNI BALESTRA
tempo Ordinario - XXIV Domenica (Matteo) - A
Il perdono non si può mai rifiutare -
Sir.27,30-28,7 / sal 102 / Rm 14,7-9 / Matteo 18,21-35
Quando perdonare, come perdonare e anche perchè perdonare. "non fino a
settanta volte sette..." Alle nostre domande che si rinnovano ogni
giorno, Gesù risponde con un: "sempre". Tutto il Vangelo parla della
misericordia di Dio,chi segue il Cristo non può dimenticare che questa
è la condizione necessaria per essere Suo discepolo. Leggiamo nella
parabola, il redento è colui che era stato debitore, di una grande
somma. Ciò ci fa pensare che noi pure siamo stati acquistati a caro
prezzo, con la morte del Figlio di Dio. La preghiera del Padre nostro
ci suggerisce che se desideriamo il perdono, dobbiamo sempre darlo al
fratello che pecca contro di noi.
TRACCIA DI RIFLESSIONE
– Il vangelo odierno ritorna sul tema della misericordia, tutto il
vangelo è di per sé annuncio dell’amore di Dio che si manifesta
attraverso l’opera del Cristo specialmente nel generoso perdono delle
offese. Dio è grande in questa opera di ricupero e nello stesso tempo
manifesta la sua libertà in tutto quello che il suo cuore desidera. Il
cristiano ugualmente deve sempre essere pronto al perdono, non deve
avere ripensamenti per ottenere prestigio o tornaconto. Colui che è
perdonato, in questa pagina evangelica, era stato debitore di una
inaudita somma, è questo contrasto fra il piccolo debito e il grande
condono, che ci permette di capire che la grazia ha un grande valore,
in quanto anche noi siamo stati conquistati con il prezzo della vita
del Figlio di Dio, con il suo sangue. Ecco perché Gesù ci dice di
perdonare sempre e gratuitamente, senza cercare alcun tornaconto. “Non
ti dico di perdonare fino a sette volte, ma fino a settanta volte
sette”. Mentre rileggiamo il comportamento spietato del servo verso un
suo simile, ricordiamoci sempre ciò che diciamo ogni volta che
recitiamo il Pater; “rimetti a noi i nostri debiti come noi li
rimettiamo…”. Bisogna poi perdonare di cuore al fratello che ci ha
offeso. Quel “di cuore” va sottolineato, per dire la condizione del
perdono autentico. Dio stesso perdona così di cuore da donarci il
Figlio suo, tanto da rendere possibile a noi il perdono offrendoci
l’eucarestia, sacramento del sangue di Cristo versato per la
redenzione dei peccati.
Nella prima lettura abbiamo un insegnamento importante:”perdona
l’offesa al tuo prossimo e per le tue preghiere ti saranno rimessi i
peccati”. Non possiamo chiedere al Signore aiuto e grazie, se il
nostro cuore è pieno di collera verso il fratello.
Nella seconda lettura Paolo ci ricorda che noi apparteniamo al
Signore, perché comprati a caro prezzo:”sia che viviamo, sia che
moriamo, siamo del Signore. La nostra vita deve realizzarsi nella più
stretta
comunione con Cristo. Con il battesimo Cristo vive in noi, non siamo
pertanto schiavi ma liberi nel nostro manifestarci, la sua presenza è
dono che ama e guida.
In questa domenica troviamo ancora il tema della misericordia di Dio.
In questo brano si manifesta in modo particolare nel perdono che
dobbiamo sempre saper dare a tutti. Siamo invitati ad andare oltre la
nostra misura della soddisfazione per affermare la libertà e gratuità
di Dio. Nella sua libertà il Signore non può non offrire perdono ogni
qualvolta, pentiti, ricorriamo alla Sua misericordia. Per questo la
prontezza del cristiano non deve misurarsi con un compito preciso di
possibilità di perdonare, ma deve subito offrire la pace e dimenticare
l'offesa. Nella parabola notiamo che il redento è il servo che era
stato debitore di una somma inaudita; (60 milioni di lire in oro) e
nello stesso tempo notiamo il contrasto del piccolo debito e il grande
condono. La risposta di Gesù a Pietro è invitante e ugualmente
stimolante per non dimenticare la forza e la qualità del perdono. Il
Padre del cielo perdonerà a noi solo se avremo perdonato "di cuore".
Ricordiamoci cosa diciamo nella preghiera del Pater. Già a suo tempo
il Siracide presentava il peccatore come un uomo capace di rancore e
ira, cose da disprezzarsi e i ricorda a sua volta quale comportamento
dobbiamo tenere. Anche il salmo ci parla dell'amore grande di Dio. San
Paolo parla del nostro legame con il Cristo,il quale vive in ciascuno
di noi e noi siamo ugualmente liberi di agire. Facciamo in modo che la
nostra vita si realizzi nella più intima comunione con il Signore e
con i fratelli.
– Il vangelo odierno ritorna sul tema della misericordia, tutto il
vangelo è di per sé annuncio dell’amore di Dio che si manifesta
attraverso l’opera del Cristo specialmente nel generoso perdono delle
offese. Dio è grande in questa opera di ricupero e nello stesso tempo
manifesta la sua libertà in tutto quello che il suo cuore desidera. Il
cristiano ugualmente deve sempre essere pronto al perdono, non deve
avere ripensamenti per ottenere prestigio o tornaconto. Colui che è
perdonato, in questa pagina evangelica, era stato debitore di una
inaudita somma, è questo contrasto fra il piccolo debito e il grande
condono, che ci permette di capire che la grazia ha un grande valore,
in quanto anche noi siamo stati conquistati con il prezzo della vita
del Figlio di Dio, con il suo sangue. Ecco perché Gesù ci dice di
perdonare sempre e gratuitamente, senza cercare alcun tornaconto. “Non
ti dico di perdonare fino a sette volte, ma fino a settanta volte
sette”. Mentre rileggiamo il comportamento spietato del servo verso un
suo simile, ricordiamoci sempre ciò che diciamo ogni volta che
recitiamo il Pater; “rimetti a noi i nostri debiti come noi li
rimettiamo…”. Bisogna poi perdonare di cuore al fratello che ci ha
offeso. Quel “di cuore” va sottolineato, per dire la condizione del
perdono autentico. Dio stesso perdona così di cuore da donarci il
Figlio suo, tanto da rendere possibile a noi il perdono offrendoci
l’eucarestia, sacramento del sangue di Cristo versato per la
redenzione dei peccati.
Nella prima lettura abbiamo un insegnamento importante:”perdona
l’offesa al tuo prossimo e per le tue preghiere ti saranno rimessi i
peccati”. Non possiamo chiedere al Signore aiuto e grazie, se il
nostro cuore è pieno di collera verso il fratello.
Nella seconda lettura Paolo ci ricorda che noi apparteniamo al
Signore, perché comprati a caro prezzo:”sia che viviamo, sia che
moriamo, siamo del Signore. La nostra vita deve realizzarsi nella
piùstretta comunione con Cristo. Con il battesimo Cristo vive in noi,
non siamo pertanto schiavi ma liberi nel nostro manifestarci, la sua
presenza è dono che ama e guida.
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